I missili Tomahawk, che tutti ricordano per il massiccio e decisivo impiego che gli americani ne fecero nella Guerra del Golfo, classificati come Bgm-109 e devono il loro nome alla celebre ascia dei nativi americani, sono missili da crociera subsonici a lungo raggio con piccole ali retrattili che misurano approssimativamente 6 metri e che possono essere lanciati da navi, sottomarini e lanciatori terrestri per colpire con estrema precisione bersagli a una di distanza superiore ai 2.000 chilometri, anche in uno spazio aereo fortemente difeso, grazie alla capacità di condurre la loro corsa sull'obiettivo a un'altitudine estremamente ridotta, tra i 30-50 metri dal suolo, con una velocità di 880 km/h e l'ausilio di un sistema telecamere che monitora la coicidenza della traiettoria computerizzata. Tanto più se consideriamo quale sistema di lancio potrebbe consentire a Kiev di impiegare i missili da crociera statunitensi che verrebbero sicuramente puntanti su basi aeree, centri di comando, siti industriali essenziali per la macchina bellica russa e, non ultime, raffinerie di petrolio e depositi di carburante che inizia a scarseggiare in alcune parti della Federazione Russa. I missili Tomahawk e i lanciatori modulari Mk-41 sono una vecchia preoccupazione del Cremlino, che già in tempi non sospetti accusava l’Alleanza Atlantica di essere la prima responsabile della rottura del Trattato sulle Forze Nucleari a medio raggio, a causa della ferma volontà degli Stati Uniti di schierare in Polonia dei lanciatori verticali modulari a fuoco rapido Aegis Shore che poteva lanciare dalle loro celle multiple "anche missili da crociera Tomahawk nella configurazione Tlam-N".
Author: redazione@ilgiornale-web.it (Davide Bartoccini)
Published at: 2025-09-27 16:04:49
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