Il pretesto è la storia (ora in mano agli avvocati) che abbiamo già raccontato qualche giorno fa: una studentessa israeliana iscritta a Medicina, richiamata in servizio nel coppo medico delle Forze di Difesa israeliane dopo i fatti del 7 ottobre ha chiesto e ottenuto la didattica da remoto a distanza, così come previsto da una circolare ministeriale. E se la Statale ha negato decisa, sostenendo che i controlli sulle carriere vengono fatti di prassi, ora con un comunicato gli studenti delle varie liste di sinistra dell'ateneo - e cioè Studenti Indipendenti, UniSì (Uniti a sinistra) e Sinistra Universitaria - sottolineano di avere «verificato come liste di rappresentanza studentesca alcune deroghe e infrazioni alla norme che regolano la frequenza obbligatoria e la presenza caratteristiche del corso di Medicina». E lo scrivono proprio anche i collettivi studenteschi: «Il 7 novembre 2023, a seguito di una mozione discussa il 31 ottobre dalla Conferenza Permanente dei Presidenti dei Corsi di Laurea in Medicina e Chirurgia, il Ministero ha pubblicato una nota che autorizza, nel rispetto dell'autonomia universitaria, la deroga all'obbligo di frequenza per chi venga richiamato in patria nel contesto di guerra mediorientale».
Author: redazione@ilgiornale-web.it (Serena Coppetti)
Published at: 2025-06-25 06:23:05
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