Invece c'è solo uno scenario nuovo: Israele conferma una funzione basilare nella stravagante politica Maga in Medioriente, ma per capirla bisogna scavalcare la traversata scenografica e ondivaga del presidente da Riad a Doha ad Abu Dabi, lasciare da parte l'impressione nel sentire chiamare l'ex terrorista al Shaara «un affascinante giovane», ed esclamare che Bin Salman «gli piace troppo» mentre firma un accordo di miliardi (142 per la vendita di armi, fra gli altri). È la realtà: le riserve tornano al fronte nell'ansia terribile delle famiglie, siamo ancora alla solitudine in cui Israele occupò Rafah, mentre la proibizione internazionale si avventa sull'onda delle mille menzogne sulla crudeltà di un esercito che unico al mondo ha cercato di ridurre al massimo le perdite civili. Trump qui torna in scena: il presidente che si è mosso in Medioriente alla ricerca soprattutto di una rivoluzione economica che lo renda l'innovativo salvatore di un'America in crisi, offre a Israele ancora una vasta opportunità di inserirsi in una grande gioco.
Author: redazione@ilgiornale-web.it (Fiamma Nirenstein)
Published at: 2025-05-18 08:00:05
Still want to read the full version? Full article