Non essendo direttamente coinvolta nel procedimento, non c'è comunque alcuna ipotesi di reato a carico della capo di gabinetto, ma non si può escludere che - esauriti i necessari passaggi con il Tribunale dei ministri - la Procura di Roma possa indipendentemente valutare il ruolo svolto da lei o da altri soggetti nella vicenda, per i quali si seguirebbe il percorso della giustizia ordinaria. Per i vertici di governo la prima e più grande partita si giocherà ad ottobre, quando in aula sarà votata l'autorizzazione a procedere: i reati contestati sono di omissione di atti di ufficio per il ministro della Giustizia Carlo Nordio, concorso in favoreggiamento per i ministri Matteo Piantedosi e Nordio e per il sottosegretario Alfredo Mantovano, concorso in peculato per Piantedosi e Mantovano. In secondo luogo, secondo i magistrati "è logicamente insostenibile che (Bartolozzi - ndr) si sia arrogata il diritto (...) di sottrarre al ministro - che le aveva prospettato la necessità di studiare le carte - un elemento tecnico da valutare e tenere in considerazione ai fini della decisione da assumere; perché, cosi facendo, sarebbe venuta meno agli obblighi inerenti l'incarico assunto, avrebbe derogato alla prassi costantemente seguita di informare il ministro di ogni cosa e, ancora, perché la bozza era stata redatta da Lucchini (funzionaria del ministero - ndr ), collega di cui riconosceva l'alta professionalità e di cui dichiarava, peraltro, di aver condiviso l'interpretazione giuridica offerta.
Published at: 2025-08-06 14:47:42
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