L'altro giorno mentre Trump incontrava Zelensky e i leader europei alla Casa Bianca, nel disinteresse generale la vampira del Cremlino, la portavoce del ministero degli Esteri Maria Zakharova, poneva la questione che potrebbe far inceppare il negoziato di pace: «Per la Russia è inaccettabile la presenza sul territorio ucraino di un contingente militare di paesi Nato». Anche perché in passato la mente di Putin ha partorito ipotesi di garanzia per Kiev che erano una via di mezzo tra la pagliacciata e il ridicolo: nel 2022 nei colloqui di Istanbul la delegazione del Cremlino aveva immaginato in caso di aggressione che qualsiasi intervento in favore dell'Ucraina dovesse essere subordinato ad una decisione unanime delle nazioni «garanti», tra le quali erano presenti la Russia e la Bielorussia. Perché si può dire ciò che si vuole ma al netto dell'ipocrisia che accompagna spesso la diplomazia, è evidente che una garanzia di sicurezza disegnata sul modello dell'art.5 del patto atlantico, gestita dagli europei sul campo e dagli Stati Uniti in cielo, equivale ad una piccola Nato: se non è zuppa è pan bagnato.
Author: redazione@ilgiornale-web.it (Augusto Minzolini)
Published at: 2025-08-20 04:08:47
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