È il padre del più incredibile dei musei, realizzato nel più incredibile dei luoghi, ovvero il Museo d'arte di Stato della Repubblica del Karakalpakstan, un luogo che nessuno si sognerebbe nemmeno di cercare su un atlante. Tutti quadri strappati, grazie a Savitsky, alla furia distruttrice di Stalin che, nel tentativo di creare quella tabula rasa culturale necessaria al culto della personalità, spediva al gulag e al plotone di esecuzione i molti artisti che non si piegavano allo stile del realismo sovietico. Dopo essere arrivato a Mosca in treno in ciabatte (aveva un piede ustionato) e con un giradischi portatile (andava acceso ad alto volume ogni volta che si faceva una conversazione compromettente) Savitsky riuscì a farsi consegnare quello che era nascosto nella cantina della donna e oggi è ancora esposto al museo.
Author: redazione@ilgiornale-web.it (Matteo Sacchi)
Published at: 2025-05-25 03:00:03
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