Un misto di culto della personalità, celebrazione della potenza militare Usa e linguaggio messianico che è alla base della comunicazione della Casa Bianca guidata dal tycoon fin dall’inizio del mandato, ma che è diventato di plastica evidenza con il bombardamento dell’Iran. Era già tutto in una foto, quella scattata nello Studio Ovale l’8 febbraio: il capo carismatico raccolto in preghiera alla sua scrivania e attorniato, in una composizione che ricorda vagamente “L’Ultima Cena” di Leonardo, da una schiera di predicatori e collaboratori tutti intenti nell’elevare i propri altissimi pensieri verso il cielo. Raccolto in preghiera tra gli astanti c’era anche tale Johnnie Moore, reverendo evangelico diventato direttore delle operazioni della Gaza Humanitarian Foundation, il discutibile ente privato a cui è affidata la distribuzione degli aiuti umanitari nella Striscia, in una nomina che rende evidente l’approccio di Washington alla questione: la comunità evangelica, convinta che la salvezza dell’uomo dipenda dall’adempimento delle profezie ovvero la creazione di un unico Stato ebraico su quella che considerano la Terra Santa, è da sempre schierata al fianco di Israele e ha sostenuto il governo Netanyahu nella guerra a Hamas.
Author: Marco Pasciuti
Published at: 2025-06-25 06:16:57
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