Da qui i previsti 60 giorni di detenzione amministrativa e la sanzione di 10 mila euro per comandante e armatore, “nonostante il Medico di bordo e lo stesso CIRM Telemedicina, incaricato dalle Autorità marittime, abbiano certificato che tutte le persone soccorse non erano in grado di affrontare altri tre giorni di navigazione” e il Tribunale dei Minorenni di Palermo avesse chiesto ai ministeri dell’Interno e dei Trasporti “di far sbarcare i minori a Porto Empedocle”, aveva denunciato la ong. “La nave di soccorso Humanity 1 è stata sequestrata dalle autorità italiane per essersi rifiutata di comunicare con il centro di coordinamento dei soccorsi libici”, ha appena comunicato Justice Fleet, la coalizione di 13 ong annunciata il 5 novembre 2025 per coordinare i soccorsi e opporsi alla collaborazione con il centro di coordinamento dei soccorsi di Tripoli che il decreto Piantedosi impone. Questiona finite anche davanti alla Corte costituzionale, che pur rinviando le decisioni ai giudici di merito, ha stabilito che “nessuna sanzione, in definitiva, si può irrogare quando l’osservanza del precetto si ponga in contrasto con i principi sovraordinati”, coerentemente con quanto già detto quattro volte dalla Cassazione, e cioè che nessuno può essere sanzionato per non aver collaborato al rientro dei migranti in Libia, Paese che tra l’altro non può offrire alcun “luogo di sbarco sicuro”, elemento essenziale per completare un’operazione di soccorso.
Author: Franz Baraggino
Published at: 2025-12-11 16:52:06
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