Gli amici, la letteratura, l’eredità storica e culturale dell’Europa, Trieste con il suo mare e il suo complesso passato, il presente con le sue contraddizioni e le sue ambiguità: la voce di Magris, saggista, germanista, narratore, ha costruito sul «Corriere» un laboratorio di pensiero che unisce cultura letteraria, riflessione civile e commento sui grandi temi contemporanei. Fanno brevi, intense apparizioni gli amici di una vita, come Giovanni Gabrielli, maestro di diritto civile e avvocato, geniale compagno di liceo che «traduceva Tucidide a prima vista, eccelleva in tutte le materie e ancor più nell’invenzione di incredibili e avventurosi scherzi nutriti di quella sublime e ironica inutilità degli studi classici che aiutano come nessun’altra formazione a capire gli uomini e il mondo, a non prendere troppo sul serio e ad amare l’assurdità della vita». In questi testi che coprono la parte più recente della sua produzione giornalistica, Magris sembra guardare — più marcatamente che altrove — alla vita come a un archivio di tracce, di segni che chiedono di essere compresi e custoditi, con uno sguardo che il tempo affina anche se, scrive con il disincanto del realismo, non si può dimenticare quello che ha detto Norberto Bobbio: «Chi parla bene della vecchiaia non l’ha vista in faccia».
Author: Cristina Taglietti
Published at: 2025-11-24 11:29:11
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