Rita Rusic si è raccontata a Il Giornale, e lo ha fatto a cominciare da quando, a quattro anni, fuggì in Italia dalla Jugoslavia, assieme alla famiglia: “Siamo arrivati in Italia nel 1964… Siamo entrati come turisti e poi siamo andati a fare la fila al campo profughi di San Sabba, che è un ex campo di concentramento a Trieste. Un racconto di passaggi da un campo all’altro, poi il collegio, e il sogno di bambina: “Mi ricordo che una volta me lo chiesero e io risposi così: Mettermi su una poltrona, battere le mani e dal soffitto cadono i soldi…”. Beh, diciamo una rissa e in una rissa il primo cazzotto è il più importante.
Author: F. Q.
Published at: 2025-06-03 08:18:05
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