Ora una clamorosa sentenza del Consiglio di Stato ha stabilito che nell'attività dei militari c'è un "rischio professionale specifico" che rende automatico il nesso tra la malattia e la partecipazione non solo a missioni all'estero, ma anche ad esercitazioni nei poligoni di tiro. 12, 13, 14 e 15 del 2025, pubblicate ieri, l'Adunanza Plenaria del Consiglio di Stato ha chiarito che l'articolo 603 del Codice dell'ordinamento militare (modificato con il decreto legge n. 228 del 2010, convertito nella legge n. 9 del 2011) ha disciplinato il rischio professionale specifico che caratterizza l'attività dei militari esposti ad uranio impoverito o a nanoparticelle di metalli pesanti in occasione del servizio prestato all'estero o presso i poligoni di tiro sul territorio nazionale ed ha conseguentemente previsto una presunzione relativa della sussistenza del nesso di causalità con la successiva insorgenza di malattie tumorali, superabile solo qualora l'Amministrazione dia la prova di una specifica genesi extra-lavorativa della patologia". Molte le ricerche scientifiche che mettono in relazione l'esposizione all'uranio impoverito con un aumento del rischio di cancro, danni al Dna e malformazioni congenite, anche se la comunità scientifica è divisa e ci sono rapporti militari e agenzie governative che tendono a ridimensionare la pericolosità dell'uranio impoverito.
Author: redazione@ilgiornale-web.it (Redazione)
Published at: 2025-10-08 03:00:03
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