Il suo è un atto di accusa diretto alla politica israeliana, che secondo lui ha trasformato Gaza in una «zona senza legge» e ha imposto ai soldati una guerra «senza scadenza, senza obiettivi raggiungibili, senza una strategia di uscita». Vilk parla di un conflitto condotto «da populisti nazionalisti che si rifiutavano di pagare il prezzo politico necessario per prendere le decisioni per porre fine alla guerra», scaricando invece il peso «su soldati, ostaggi e palestinesi». Un appello privo di ambiguità: «Il piano di rioccupare Gaza City non è una mossa militare ponderata, ma il sintomo della dipendenza dall’occupazione da parte di un governo che sa solo distruggere, non costruire».
Published at: 2025-08-31 07:38:50
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