L’accompagnano, oltre che i suoi più stretti alleati, l’insulso Tajani e il pacifinto (lui sì) Salvini, le minuscole falangi calendiane, pompate fino all’inverosimile dalla stampa del complesso militare-industriale e settori prevalenti, quantomeno a livello dirigenziale e di rappresentanze parlamentari, del Pd, votati anch’essi al riarmo e alla guerra, da Guerini all’impresentabile Picerno, a tanti altri “onorevoli” e burocrati di seconda e terza fila, non escluso qualche cosiddetto dirigente sindacale. Ecco perché, sia detto per inciso, la partecipazione al corteo di sabato di uno sparuto drappello piddino rischia di costituire, anche al di là della buona fede di chi ne ha fatto parte, l’ennesima intollerabile beffa al popolo italiano e ai suoi autentici sentimenti pacifisti, ben radicati nella nostra cultura millenaria e che resistono nonostante l’impresentabile sfilza di ministri della “cultura” e dell’”istruzione” che ci hanno propinato negli ultimi tempi (non tutti peraltro solo meloniani). Occorre auspicare che a tale lotta che vede come posta in gioco la sopravvivenza e la rinascita nazionale e il futuro delle giovani generazioni, si aggiungano i lavoratori e le lavoratrici italiane, superando le posizioni inaccettabilmente timide e confuse dei principali sindacati, che sono chiamati a convocare lo sciopero generale contro la guerra, ma sembrano tuttora restii a farlo, probabilmente per effetto di inaccettabili ordini di scuderia.
Author: Fabio Marcelli
Published at: 2025-04-07 11:08:12
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