Questo avviene dall’inizio della guerra, ma la questione è diventata più grave e urgente ora che moltissime persone nella Striscia soffrono di malnutrizione e rischiano tutti i giorni di essere uccise andando a recuperare cibo nei centri di distribuzione allestiti da Israele e usati di fatto come arma di guerra contro i palestinesi. Questi divieti burocratici sono arbitrari e a volte incomprensibili: di recente, ha raccontato il quotidiano israeliano Haaretz, è stato vietato l’ingresso a Gaza di un carico di datteri perché considerati un cibo di «lusso» (non avviene sempre: a volte i datteri sono fatti passare). L’altro metodo è gestito dalle agenzie dell’ONU o dalle ong che ancora operano nella Striscia, e che fanno arrivare il cibo su camion che nella maggior parte dei casi partono dalla Giordania, attraversano Israele ed entrano nella Striscia attraverso uno dei valichi di frontiera gestiti dall’esercito israeliano: quasi sempre quelli di Rafah e di Kerem Shalom, nel sud.
Published at: 2025-08-20 05:50:07
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