E dall'ufficio del premier israeliano Benjamin Netanyahu trapelano per la prima volta in diciotto mesi di guerra dichiarazioni che accennano a possibili accordi per la liberazione di tutti gli ostaggi e l'esilio volontario di capi e militanti di Hamas seguiti da una pace definitiva. Oggi una soluzione di quel genere potrebbe rappresentare il male minore per una Hamas che ha perso i suoi capi - oltre a decine di migliaia di uomini - e non può più contare né sui tunnel - ormai quasi completamente distrutti - né sull'appoggio di una popolazione esausta e pronta a tutto pur di metter fine alla guerra. Ecco allora che l'invio a Gaza, già concordato con il governo Netanyahu, di una task force di contractor americani - in gran parte reduci della Cia - incaricati di distribuire gli aiuti ai civili può dar vita anche a un'operazione rivolta a garantire l'espulsione e l'esilio di capi e dei militanti fondamentalisti.
Author: redazione@ilgiornale-web.it (Gian Micalessin)
Published at: 2025-05-19 03:00:02
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