Secondo le fonti di Kiev la "colpa" non va attribuita direttamente alle difese aeree dell'Ucraina, che oppongono agli Shahed non solo i sistemi di guerra elettronica per disturbare i segnali della loro guida Gps, e schierano nei limiti imposti dalle sue possibilità, una rete di batterie missilistiche, mitragliatrici e cannoni antiaerei, incluso l'Oerlikon Skynex della Rheinmetall e jet da combattimento che si immolano proprio come "cacciatori di droni". Proprio nelle scorse settimane il presidente Volodymyr Zelensky ha annunciato una nuova collaborazione con l'azienda che ha sede negli Stati Uniti per "coprodurre centinaia di migliaia di droni", compresi i droni intercettori che starebbero ottenendo "buoni risultati" contro gli Shahed, e che sicuramente possono offrire una disponibilità sensibilmente maggiore, e costo unitario nettamente inferiore, rispetto ai missili Patriot che la Casa Bianca sembra essere di nuovo pronta a fornire a Kiev, ma che non possono certo essere impiegati contro gli sciami di droni a basso costo che gli strateghi del Cremlino hanno imparato a usare con una certa efficacia; affinando non solo i sistemi di per se, che sono stati migliorati dai progettisti russi, ma affinando anche la "tattica". Secondo gli esperti militari, infatti, i russi hanno imparato che "invece di schierare 500 droni in tutto il paese come facevano in passato", devono "prendere di mira una o due città alla volta", impiegando la tattica della saturazione dei sistemi difesa attraverso gli sciami, e pianificando attacchi basati su droni esca, munizioni circuitanti, e armi di precisione di un livello di sofisticatezza superiore.
Author: redazione@ilgiornale-web.it (Davide Bartoccini)
Published at: 2025-07-27 05:00:03
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