Gli affari con il Cremlino contro la difesa della libertà

Gli affari con il Cremlino contro la difesa della libertà


Il continuo alternarsi di dichiarazioni contraddittorie dell'amministrazione Usa confonde osservatori e lettori di giornali: un giorno Trump si comporta da compagno di merende del dittatore di Mosca, stendendogli il tappeto rosso in Alaska, due mesi dopo lo colpisce con sanzioni destinate ad azzoppare il suo strategico export di petrolio e fa trapelare di non escludere di fornire all'Ucraina i micidiali missili Tomahawk col permesso di lanciarli in Russia, poi ci ripensa ancora e salta fuori con un "piano di pace" che è quasi la fotocopia delle pretese più estreme del Cremlino e ingiunge a Zelensky di accettarlo entro sei giorni pena lasciarlo in braghe di tela nel gelido inverno di fronte all'invasore russo. Non parliamo del segretario di Stato Marco Rubio, che in privato con i senatori repubblicani meno disposti a fare pappa e ciccia con un criminale di guerra nemico dell'Occidente ammette che quello di Steve Witkoff altro non è che l'elenco dei desideri di Putin, poi in pubblico si rimangia tutto e afferma che quel piano è stato compilato "tenendo conto delle discussioni con gli ucraini": davvero non si direbbe, visto che i famosi 28 punti equivalgono a un prontuario di capitolazione per Kiev. Gli importa altresì moltissimo di riavviare il business con una Russia guidata da quello che Biden definiva (con piena ragione) un killer, e che egli considera invece un partner ideale, essendo cinico e narcisista come lui: e sa bene che non mancherà una ricca fetta di guadagni per sé e per i suoi familiari e sodali.

Author: redazione@ilgiornale-web.it (Roberto Fabbri)


Published at: 2025-11-24 04:00:02

Still want to read the full version? Full article