Nella stessa spianata che consacrò la nascita dei “papaboys” di Giovanni Paolo II nel 2000 – due milioni, evento simbolo – è piovuta una marea di ragazzi da tutto il mondo, 146 paesi, in larga parte dal mondo spagnolo e latino-americano, ma anche da Europa e Stati Uniti, e in parte dall’Asia. Leone ha dominato la scena con piccoli fuori programma – come il saluto dopo l’Angelus, quando è tornato sul palco per salutare chi non è potuto venire perché in paesi in guerra – ma anche con interventi molto studiati, sia nelle risposte ai giovani la sera della veglia sia nell’omelia della messa. Non c’è traccia di Francesco in questo prima grande appuntamento del pontificato (dopo la messa inaugurale, evento planetario ma circoscritto nella piazza san Pietro): certo, i migranti, i poveri, gli emarginati, sono dentro ogni pastorale – così come le guerre – ma ieri Leone ha voluto evidentemente dare spessore al messaggio del Giubileo, lasciare una testimonianza che affondi dentro le coscienze.
Author: di Calo Marroni
Published at: 2025-08-04 05:59:47
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