E' scontro di dati, di proclami, di bollettini, di foto satellitari e di veline contrapposte sull'esito dell'attacco contro tre impianti nucleari dell'Iran scatenato nella notte dagli Usa a sostegno d'Israele: come sempre accade in guerra, dove la propaganda e la disinformazione - più o meno voluta - arrivano invariabilmente sia dagli amici sia dai nemici, dai presunti 'buoni' e dai presunti 'cattivi'. I siti colpiti dai raid a stelle e strisce sono tutti sotterranei: quelli di Natanz e di Fordow, dove la Repubblica Islamica arricchisce l'uranio (a scopo civile secondo la sua versione, con l'intento di acquisire il potenziale per realizzare bombe atomiche, stando agli avversari); e quello di Isfahan, dove assembla le centrifughe. Ma l'interrogativo che conta riguarda Fordow, additato da Washington e da Israele come il più segreto, il più sinistro e il più nascosto nelle viscere della terra del lotto: a proposito del quale prende corpo il giallo di un possibile trasferimento-beffa di materiale che gli iraniani sarebbero stati in grado di portare a termine sul filo di lana.
Published at: 2025-06-22 17:29:50
Still want to read the full version? Full article