 
                    Gli Stati Uniti sono consapevoli che la strada verso la pace a Gaza sarà costellata da giornate come quella di martedì, da possibili attacchi e reazioni, ma la Casa Bianca resta convinta che il processo reggerà, se Hamas rispetterà i patti. Il premier ne approfitta anche per puntare il dito su Israele, che «tortura e maltratta i prigionieri palestinesi» come Marwan Barghouti, il «Mandela di Palestina» di cui chiede la liberazione, come stanno facendo ex leader internazionali, tra cui l'ex presidente irlandese Mary Robinson e l'ex presidente colombiano Manuel Santos, Nobel per la Pace nel 2016. Ma a rivolgersi a Netanyahu è il ministro della Sicurezza nazionale, Itamar Ben Gvir, da sempre contrario all'accordo per il cessate il fuoco, che accusa il primo ministro di «debolezza», contestando la «reazione misurata» dopo l'attacco, e lo avverte: se il governo dovesse «accontentarsi di dichiarazioni di vittoria di facciata» senza eliminare il movimento islamista, «non avrebbe più diritto di esistere».
Author: redazione@ilgiornale-web.it (Gaia Cesare)
Published at: 2025-10-30 06:06:44
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