Gli ostaggi saranno rilasciati tutti e in una sola tornata insieme ai cadaveri dei poveretti defunti, almeno così prevede il piano di pace, ma ovviamente Hamas ha chiesto che si creino le condizioni perché avvenga, cioè che Israele allenti la presa e cessi le azioni militari, richiesta che Tel Aviv ha accolto passando in modalità difensiva e sospendendo la conquista dell’ultimo lembo di Gaza City. Nonostante le tante contraddizioni, aggiunge il cronista, i punti fondamentali del piano “sono pressoché gli stessi di tutti i negoziati per il cessate il fuoco che hanno avuto inizio nell’ottobre 2023: il rilascio degli ostaggi israeliani in cambio della fine della guerra e del rilascio dei prigionieri palestinesi, un ritiro israeliano graduale da Gaza, la cessione del potere da parte di Hamas e l’ingresso di una forza di sicurezza multinazionale con il coinvolgimento di diversi Stati arabi”. Convincente, sul punto, quanto spiega: “La vertiginosa inversione di tendenza dei portavoce di Netanyahu […] – dall’euforia per l’imminente espulsione al fervente sostegno all’accordo anti-trasferimento di Trump – non deriva solo dal desiderio di glorificare il primo ministro in vista di elezioni anticipate che molti prevedono che si terranno l’anno prossimo; potrebbe anche derivare dal tardivo riconoscimento che la deportazione di massa semplicemente non è fattibile”.
Author: davide
Published at: 2025-10-04 13:29:07
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