A mandare a vuoto l’incontro con Khalil al-Hayya, a stare a quanto riporta il Timesofisrael, le pressioni israeliane: è evidente che Tel Aviv non vuole che il nodo del disarmo sia sciolto perché vanificherebbe le speranze di riprendere la mattanza in grande stile con conseguente annessione di Gaza, che la risoluzione dell’Onu, nonostante le sue tragiche pecche, ostacola. Insomma, non sappiamo se sia state la parte americana che sta spingendo per la pace a dare luce verde alle inchieste degli inquirenti ucraini, ma è evidente dagli sviluppi che non la controllano, anzi è più che probabile che sulle indagini attuali, o su gran parte di esse, vi sia una supervisione di quegli ambiti che non vogliono che la guerra fino all’ultimo ucraino contro la Russia finisca. Ma al di là della incertezze sulle inchieste ucraine – che pure disvelano un marciume che la Ue e la Nato, che hanno reti capillari in Ucraina, non potevano ignorare, da cui la complicità – resta che oggi il conflitto ucraino e quello che tormenta il Medio oriente avrebbero potuto conoscere un momentum di de-escalation parallelo, foriero di sviluppi positivi.
Author: davide
Published at: 2025-11-19 17:26:54
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