Garous Abdolmalekian e la resistenza della poesia iraniana

Garous Abdolmalekian e la resistenza della poesia iraniana


L’interpretazione dei fatti di cronaca dettata dai media e il clima repressivo tendono a condizionare, a ridurre a una serie di stereotipi la percezione che oggi abbiamo di un paese stratificato culturalmente come l’Iran, di quella Persia che venera ancora il ruolo del poeta dentro le pratiche quotidiane in quanto portatore di libertà espressiva. Sorta nel solco della terza generazione della Poesia nuova, la sua esperienza letteraria si impone tra le più rappresentative delle correnti di impegno civile a seguito della Rivoluzione del 1979 e del seguente conflitto tra Iran e Iraq (1980-88), sperimentato sulla sua pelle durante la prima infanzia: “La bomba cadde sulla scuola / volevamo gridare aiuto / volevamo chiamare per nome i nostri figli / ma anche le lettere dell’alfabeto erano in fiamme” (da “Trilogia del Medio Oriente”, 2018). Sintetica, diretta e priva di retorica, la sua penna muove da una prospettiva intima per intensificarsi e vibrare quando tratta della condizione umana e, in particolare, delle proteste popolari contro il regime e della recente offesa missilistica di Israele con il placet statunitense: “La guerra brucia / e i vigili del fuoco / non sanno spegnere l’omicidio”.

Author: di Matteo Bianchi


Published at: 2025-09-02 05:19:38

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