Ciò che è cambiato, affermano gli esperti (ricercatori di Islamic University di Gaza e Al-Ahli Arab Hospital di Gaza City con un collega affiliato a realtà Usa), “è la portata e il contesto clinico del collasso del sistema sanitario: l’ospedale arabo Al-Ahli ha dovuto gestire un numero crescente di ricoveri giornalieri con poco liquido di irrigazione sterile”, gli operatori hanno dovuto curare “ferite rimaste scoperte per giorni“, hanno fatto i conti con “interruzioni di corrente in sala operatoria e solo donazioni occasionali di antibiotici ad ampio spettro. “Se la protezione delle strutture sanitarie palestinesi, dei canali di approvvigionamento di antibiotici e dei laboratori funzionanti non verrà garantita al più presto – osservano gli autori dell’analisi – gli organismi resistenti qui documentati probabilmente si diffonderanno ben oltre i confini di Gaza“. “Senza cessate il fuoco, il carico di infezioni aumenterà ulteriormente“, considerata l’ondata di traumi che si gestiscono quotidianamente e gli attacchi “a ospedali, laboratori e impianti di desalinizzazione dell’acqua”.
Author: F. Q.
Published at: 2025-08-13 17:25:18
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