L’indagine a carico di Prestipino, più che di Caltanissetta, potrebbe essere tecnicamente di competenza di Perugia che indaga sui presunti reati compiuti dai magistrati capitolini, anche se il ruolo di Prestipino nella Direzione nazionale antimafia - su cui è competente Roma, vedi il caso dell’ex pm antimafia Antonio Laudati, coinvolto nel presunto dossieraggio dell’ufficiale Gdf Pasquale Striano - potrebbe riportare la competenza nella Capitale. Prestipino e Pignatone hanno messo a segno diversi colpi contro le cosche calabresi e siciliane, è ipotizzabile che grazie agli ottimi rapporti con due ex prefetti come l’ex capo della Polizia De Gennaro, di origine calabrese, e Francesco Gratteri - anche loro con una storia di battaglie antimafia nel curriculum - il magistrato romano si sia lasciato scappare informazioni confidenziali per aiutare la battaglia dei due contro le infiltrazioni delle cosche nei lavori del Ponte sullo Stretto di Messina, con denaro pubblico e privato che certamente fa gola ai boss. Non è chiaro cosa abbia davvero rivelato ai due, ma è pacifico che questa vicenda rischia di inasprire ancora di più lo scontro interno all’Antimafia (già compromesso dopo le indagini di Caltanissetta contro Pignatone e di Firenze contro Ilda Boccassini) mentre si tinge di una verità ancora più fosca la storia delle stragi che nel 1992 cancellarono le vite di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino.
Author: redazione@ilgiornale-web.it (Felice Manti)
Published at: 2025-04-29 13:14:40
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