I grattacieli non erano ancora la sua immagine nel mondo, l'Expo era di là da venire, l'overtourism un desiderio considerato irrealizzabile e tutto era confezionato all'interno di una dimensione di rito ambrosiano tradizionalmente molto operoso, ma di fatto anche molto provinciale. Protagonista entusiasta fu anche l'allora sindaco Gabriele Albertini, i ghisa milanesi con il vice comandate Emiliano Bezzon che a cavallo della sua moto seguì l'ingombrante creatura passo passo dirigendo le operazioni, le forze dell'ordine che gestirono la folla, palombari e sommozzatori del Comsubin incaricati delle operazioni preliminari in acqua, i militari del 2º Reggimento pontieri di Piacenza che costruirono le passerelle su cui farlo passare per non farlo sprofondare dove sotto l'asfalto c'erano cavità o fognature e l'Atm che doveva interrompere i cavi del tram per poi ripristinarli rapidamente, spostare i pali della luce e perfino ventidue semafori. Il "Toti" Ssk, acronimo di Submarine-Submarine Killer, ovvero destinato all'attacco e alla distruzione di altri sottomarini, è stato il primo in Italia dopo la Seconda Guerra mondiale, quando erano ormai decadute le clausole del trattato di pace che ci vietavano di averne in dotazione: costruito a Monfalcone dalla Italcantieri, ora Fincantieri, fu consegnato alla Marina militare il 22 gennaio 1968 e fino al 1997 il suo compito era pattugliare le acque del Mediterraneo per individuare il passaggio di sottomarini o imbarcazioni sovietiche.
Author: redazione@ilgiornale-web.it (Giannino della Frattina)
Published at: 2025-08-12 03:00:03
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