L'ex numero uno della Bce ha tuttavia assunto il medesimo registro usato tre settimane fa sul palco del Meeting di Rimini, grave e chirurgico, nel mettere in evidenza "la lentezza" di un'Europa che in dodici mesi ha raccolto soltanto una manciata delle 383 raccomandazioni contenute nel suo report - dall'energia fino alla difesa - rassegnandosi a guardare da lontano la corsa di Stati Uniti e Cina e alimentando la "crescente frustrazione" dei cittadini. Condensata in poche frasi di un discorso durato oltre mezz'ora, l'amara diagnosi di Draghi è sostenuta da numeri che non lasciano scampo: un debito pubblico destinato a salire di dieci punti in due lustri - fino a sfiorare il livello monstre del 93% del Pil -, fabbisogni d'investimento cresciuti da 800 a 1.200 miliardi l'anno, con 510 miliardi a carico delle finanze pubbliche. Né guardando a Oriente va meglio: la Cina amplia il suo avanzo commerciale e la dipendenza continentale dalle sue materie prime critiche, è stato l'affondo, "ha ridotto la capacità" dell'Europa non soltanto di impedire il dumping ma anche "di contrastare il suo sostegno alla Russia" nella guerra in Ucraina.
Published at: 2025-09-16 17:52:42
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