Nonostante noi donne abbiamo migliori esperienze scolastiche e universitarie, abbiamo conquistato ruoli di primo piano, abbiamo contribuito ai grandi cambiamenti del ‘900, con una rivoluzione, quella femminista, che ha inciso profondamente nella percezione che le giovani generazioni hanno di sé stesse, oggi rimonta una disuguaglianza insopportabile, una segregazione occupazionale con differenze di reddito tra uomini e donne mai sanate e un continuo ridimensionamento di ogni progetto di vita. Un “gender gap” come lo chiamano gli studiosi, una disuguaglianza sostanziale con pesanti ricadute tanto sulle libertà individuali, quanto sul Welfare e sulla società nel suo complesso, alimentata dalla crisi economica crudele di questi ultimi tempi che sta mettendo a nudo quanto, per noi donne, la conciliazione tra la vita lavorativa e quella privata sia difficile o impossibile in assenza di servizi alla persona, all’infanzia e alla terza età, specie in contesti familiari in cui la distribuzione dei carichi di cura è ancora totalmente sbilanciato a danno delle donne. Il regime “donna, madre, cristiana”, di cui la premier è sostenitrice, indebolisce dalle fondamenta la libertà di scelta delle donne di essere contemporaneamente lavoratrici e madri, in mancanza di condizioni del mercato del lavoro favorevoli all’equilibrio tra vita privata e vita professionale e con la tendenza attuale che sta trasformando il nostro Paese, quanto la maggior parte dei Paesi dell’Ue, in società gerontocratiche, con tassi di natalità sempre più in picchiata verso lo zero.
Author: Sostenitore
Published at: 2025-11-10 06:33:59
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