E le volte che se ne è parlato, il punto di vista espresso è stato principalmente quello del governo e dell’unico sindacato confederato che era disposto a firmarlo, la Cisl: “Vista la scarsità di fondi stanziati per la sanità, meglio poco che niente”. Ma la verità – tristemente di fronte agli occhi di tutti in questo periodo di vènti di guerra e di riarmo sempre più prepotenti – è che la quantità di fondi destinati ad un settore non è stabilita da Dio, ma è una questione di scelta politica. Non si può fare altro, quindi, che ringraziare quei sindacati che non hanno firmato l’ultimo contratto e, così facendo, hanno difeso la dignità non solo di noi professionisti sanitari, ma anche dei pazienti che si ritroveranno tra le braccia di questa sanità pubblica tanto martoriata ma che ancora, tra mille difficoltà ma con grande competenza e passione, si prende cura di chiunque vi si rivolga.
Author: Federica Fabbretti
Published at: 2025-04-12 12:55:49
Still want to read the full version? Full article