Dall’antica Grecia ad oggi, la guerra piace a chi non la conosce

Dall’antica Grecia ad oggi, la guerra piace a chi non la conosce


Da quando Ursula von der Leyen ha annunciato il suo piano di riarmo europeo, in Italia abbiamo assistito alla mobilitazione di numerosi intellettuali e artisti, che hanno ricordato ai contribuenti (le cui tasse finanzieranno non l’occupazione, l’educazione, la ricerca, la sanità, le pensioni e il welfare, ma la compravendita di armi) che questo sacrificio è necessario per difendere l’Europa, la sua storia e la sua cultura, quelle che hanno già prodotto, tra tante cose ottime, anche il colonialismo, il fascismo, il nazismo e due guerre mondiali. Nella Repubblica (da non confondersi con il quotidiano di Michele Serra), Socrate afferma che “ogni guerra nasce per il desiderio di ricchezze” e che “gli Stati vanno in guerra quando si estendono oltre ciò che è necessario e cercano di arricchirsi”, ammonendo che “non possiamo permettere che chi è avido di potere o di denaro governi: solo chi non desidera il potere dovrebbe governare”. Platone stesso prese parte alla guerra del Peloponneso, e ne concluse che “la guerra è una malattia che nasce da un errore della natura e non deve essere vista come una normale condizione umana” (Leggi); essa è “il risultato della discordia tra i popoli’, mentre la pace ‘è l’armonia che si ottiene quando tutti gli uomini vivono giustamente”; e la giustizia “è la condizione necessaria per ogni città che desideri vivere nella prosperità” (Repubblica).

Author: Enrico Muratore Aprosio


Published at: 2025-03-29 07:45:52

Still want to read the full version? Full article