Ma spingono a una riflessione anche rispetto al «mezzo» adoperato dai killer per eliminare il nemico: un normale monopattino adagiato al muro dell'ingresso del palazzo dove le vittime sono state dilaniate dopo che una mano anonima (ma la rivendicazione ucraina è certa) ha attivato il comando a distanza. Uno strumento a prima vista innocuo e per questo dalle potenzialità ancor più subdole, impermeabile a operazioni di bonifica preventiva rispetto all'obiettivo da colpire e che passerebbe inosservato anche all’occhio attento di una scorta (che tuttavia il generale Kirillov non aveva). Scenario da autentica cyberwar quello invece messo a punto dai servizi segreti israeliani per neutralizzare tra il 18 e 19 settembre scorso il maggior numero di miliziani filo-iraniani dotati di «cicalini» e walkie talkie; un malware azionato da un sms, e boom: morti e feriti tra cui il l’ambasciatore iraniano in Libano, ecco il bilancio dell’«esplosione da remoto» ideata dal Mossad.
Author: redazione@ilgiornale-web.it (Nino Materi)
Published at: 2024-12-18 13:48:25
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