Com'è ormai abitudine da anni, sono cinque i film nazionali in concorso in larga parte anticipati su queste pagine, si va dall'annunciato film di apertura di Paolo Sorrentino, La grazia con Toni Servillo e Anna Ferzetti "su cui mette le mani avanti Barbera non posso dire molto se non che il regista torna alle sue origini, anche stilisticamente, rinunciando ai piani sequenza e ai barocchismi", a Duse di Pietro Marcello con Valeria Bruni Tedeschi, "un ritratto tutt'altro che scontato su un'icona non solo italiana", a Elisa di Leonardo Di Costanzo con Barbara Ronchi, "una riflessione sul tema della giustizia riparativa", a Sotto le nuvole di Gianfranco Rosi "a suo agio nell'osservazione di Napoli". Ma italiani a parte, che riempiono anche l'altro concorso di Orizzonti con le opere seconde di due registe, tra il poco meno di un terzo di quelle presenti a Venezia, come Laura Samani, Un anno di scuola, e Carolina Cavalli, Il rapimento di Arabella, insieme a tre titoli in cui è coinvolto Vinicio Marchioni, Ammazzare stanca di Daniele Vicari nella nuova sezione Venezia Spotlight e, fuori concorso, L'isola di Andrea di Antonio Capuano, Orfeo di Virgilio Villoresi insieme a Il maestro di Andrea Di Stefano e La valle dei sorrisi di Paolo Strippoli, è il cinema statunitense a essere il più presente. E siccome i mostri, "la mostruosità metaforica e reale" sottolinea il direttore, sono tra i temi dominanti della Mostra ecco The Wizard of the Kremlin di Olivier Assayas, che lo ha scritto con Emmanuel Carrère dall'omonimo romanzo di Giuliano da Empoli, in cui si racconta del personaggio di finzione di Vadim Baranov (Paul Dano) durante gli ultimi anni dell'Unione Sovietica con un giovane Vladimir Putin interpretato da Jude Law.
Author: redazione@ilgiornale-web.it (Pedro Armocida)
Published at: 2025-07-23 03:00:03
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