Il legale, guidato dal mantra di Giovanni Falcone follow the money, è partito da un rapporto dell'Inps che ha provato a ricostruire l'enorme buco di bilancio lasciato dalla rivista ed è arrivato alla procedura di fallimento della società cooperativa che pubblicava il periodico fino al 9 settembre 1982, il cui curatore - altra stranezza - era l'ex direttore generale della divisione Ragioneria del ministero del Tesoro Francesco Crupi, tessera numero 300 della lista P2. La tesi di Cimatti è che dietro una banale relazione commerciale fra due soggetti per nulla riconducibili all'agenzia governativa americana c'era una strategia precisa, disvelata qualche anno fa dal famosissimo diplomatico americano Thomas Fina: a partire dal 1968 la Cia in Italia ha finanziato giornalisti, periodici e programmi radiofonici mediante il trasferimento di diversi uomini in Italia, chi «mascherato» da semplice imprenditore, chi come cronista («ci si può muovere e fare domande», disse David Atlee Phillips, agente Cia e giornalista in Cile dal 1948 al 1954). E proprio dalle ceneri del Daily che suo figlio Robert Cunningham jr diventerà «editore» di Lotta Continua, con denari (tanti) e un'azienda ceduta in parte al movimento antagonista, che utilizzò la sede della tipografia in Via Dandolo 10 della società Dapco (fondata il 27 giugno 1968), poi XV Giugno, come redazione del proprio giornale e come sede nazionale dell'organizzazione stessa, sebbene la sinistra extraparlamentare la considerasse già allora un avamposto Cia, come dimostra un attentato contro la Dapco, colpevole di aver stampato anche riviste neofasciste tipo L'Assalto.
Author: redazione@ilgiornale-web.it (Felice Manti)
Published at: 2025-06-09 03:00:02
Still want to read the full version? Full article