Silvestri stimola «una comunicazione del ministero e/o di Aifa per poter procedere alla donazione», Silvestri sottolinea come «l’uso degli anticorpi nello studio di fase 3 della Lilly nei pazienti ad alto rischio abbia ridotto il livello di ospedalizzazione di oltre il 90%», passano inutilmente altri dieci e il 19 ottobre 2020 - dopo che tra Silvestri e Magrini sarebbe seguito uno scambio di e-mail tecniche sugli effetti avversi dei monoclonali - il virologo di Atlanta convoca una riunione virtuale con Aifa per il 28 ottobre 2020, mettendo in copia i soggetti istituzionali competenti: Giuseppe Ippolito per lo Spallanzani, Giovanni Rezza per il ministero della Salute, il professor Franco Locatelli per il Consiglio Superiore della Sanità e i vertici di Aifa. È su Magrini che Silvestri ha delle perplessità, ne parla via email il 22 ottobre anche a Ippolito, Guerra e Rezza: «Vi scrivo a parte per chiedervi se pensate che sia il caso di fare un po’ di pressione a Magrini per lo studio sugli anticorpi (...) sono molto preoccupato, perché lui sembra abbastanza disinteressato e poco responsivo, e temo che se non ci muoviamo in fretta si rischia di perdere un’occasione straordinaria per colpa di lungaggini o negligenze burocratiche che penso siano davvero da evitare viste le circostanze attuali. Chiusure che sarebbero avvenute da lì a breve: «Cari Ranieri e Gianni, ho riflettuto molto su quello che è successo ieri durante la chiamata con Aifa e Lilly, soprattutto il comportamento di Ippolito (poiché Magrini alla fine ha fatto una mezza virata verso la ragione), e ne ho parlato a lungo al telefono con Antinori, che mi ha confermato non solo «l’assurdità delle obiezioni scientifiche all’uso degli anticorpi», ma anche il fatto che questo sabotaggio potesse favorire un certo business.
Author: redazione@ilgiornale-web.it (Felice Manti)
Published at: 2025-12-13 18:43:02
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