Così le convinzioni No Vax dei grillini bloccarono il Piano pandemico

Così le convinzioni No Vax dei grillini bloccarono il Piano pandemico


Del mancato aggiornamento del Piano pandemico del 2006 - che tutti imputano agli ex responsabili della Prevenzione del ministero, oggi a processo a Roma (se ne riparlerà a marzo) - si parla anche nell’informativa che la Procura di Bergamo mandò a quella di Roma nel marzo 2023, convinta della stessa tesi: «In buona sostanza - si legge nell’informativa - si ritiene che, quantomeno a seguito delle decisione della Ue 1082/13, che imponeva al nostro Paese l’aggiornamento del Piano pandemico, i funzionari della Prevenzione del ministero della Salute hanno agito con la consapevolezza che la propria condotta omissiva era contra ius e a riprova di ciò non si può non citare l’appunto per il ministro del 15 settembre 2017, redatto da Raniero Guerra e dell’1 agosto 2018, da parte di Claudio D’Amario, con i quali i dirigenti ministeriali segnalavano la necessità dell’aggiornamento del Piano pandemico - con la conseguenza che la condotta omissiva si è posta in contrasto con la normativa che disciplina proprio l’ufficio o il servizio, così integrando un’ipotesi di antigiuridicità della condotta stessa». Ci sono due distinti commi di un atto eminentemente politico come la Legge di Bilancio 2014 (quando la Grillo era all’Università o giù di lì) che recitano: «Al fine di potenziare le misure di sorveglianza e di contrasto delle malattie infettive e diffusive nel territorio nazionale e di rafforzare i livelli di controllo di profilassi internazionale per salvaguardare la collettività da rischi per la salute, il ministero della Salute è autorizzato a dotarsi degli strumenti e delle risorse sanitarie necessari a potenziare le attività di prevenzione e di contrasto delle malattie infettive e diffusive nel territorio nazionale, anche mediante l’acquisto di idonei dispositivi medici e presidi medico-chirurgici e la predisposizione di spazi adeguatamente allestiti per fronteggiare le emergenze sanitarie nonché l’adeguamento delle conoscenze e la formazione del personale medico e paramedico destinato a fronteggiare la terapia e la diagnosi delle malattie infettive e diffusive di cui alle attuali emergenze sanitarie, senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica. E ancora: «Al fine di garantire l’avvio delle attività nell’unità per alto isolamento dell’Istituto nazionale per le malattie infettive “Lazzaro Spallanzani” di Roma, costituita per fare fronte a situazioni di emergenza biologica a livello nazionale e internazionale, è autorizzato l’incremento del fondo di cui all’articolo 12, comma 2, del decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 502, e successive modificazioni, mediante un contributo straordinario in conto capitale di 2 milioni di euro per l’anno 2015 e di un milione di euro per ciascuno degli anni 2016 e 2017.

Author: redazione@ilgiornale-web.it (Felice Manti)


Published at: 2025-11-26 15:59:07

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