Sono esattamente le stesse domande che il filosofo napoletano don Alfonso, uno dei protagonisti dell’opera buffa di Wolfgang Amadeus Mozart Così fan tutte, cercava di stimolare non solo negli altri personaggi ma anche nel pubblico un po’ distratto del Burgtheater di Vienna la sera del 26 gennaio 1790, quando l’opera andò in scena per la prima volta. Così fan tutte, nonostante la musica di Mozart, non piacque: il libretto di Lorenzo Da Ponte (già collaboratore del compositore in successi come Le nozze di Figaro e Don Giovanni) fu considerato troppo leggero, se non addirittura licenzioso. Un dramma giocoso ambientato a Napoli (che per il pubblico della Vienna di fine settecento era qualcosa di simile a quella che per noi può essere la New York di Sex and the city), in cui due giovani uomini si travestono per capire se le loro fidanzate erano davvero così fedeli come dicevano, era troppo libertino e soprattutto illuminista con la sua non-morale finale per un pubblico che aveva già un piede nel più bacchettone e romantico ottocento.
Author: Internazionale
Published at: 2025-11-06 13:30:52
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