Prevede di rigenerare 50mila metri quadrati sugli 85mila ancora agibili, che saranno destinati a tre usi diversi: una sezione del Museo archeologico nazionale, dedicata a Pompei; una biblioteca pubblica gestita dalla Biblioteca nazionale di Napoli; e la sede della Scuola superiore meridionale, l’istituto universitario di alta formazione che replicherà per l’Università Federico II di Napoli il modello della Scuola Normale superiore di Pisa, con 160 posti letto. Per via di questa vastità, i piani alti sono inondati di luce, e contrastano con il buio dei sotterranei da cui le ruspe hanno portato via nei primi mesi di lavoro mille tonnellate di terra e di oggetti usati da chi ha vissuto qui: sono materiali che diventeranno un piccolo museo sulla storia di questo luogo. Dagli annali dell’Albergo si ricava che nel 1835, quando questo sistema “fordista” della benevolenza di Stato era entrato a pieno regime, nei sotterranei avevano sede diverse officine: una stamperia con sei torchi e una litografia; fabbriche di spilli, di chiodi, di piastre da fucile e di lime; laboratori per il corallo, il vetro e il cristallo; un lanificio con 120 operai e una manifattura di tele con 100 uomini e 50 donne.
Published at: 2025-04-01 14:30:28
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