Bersagli di tale stretta sono innanzitutto il movimento che si sta esprimendo con forza contro la complicità italiana nel genocidio; quella parte, assolutamente maggioritaria, del sindacato, Usb, Cgil, Cobas e altri, che non accetta di essere subalterno allo schieramento riarmista, guerrafondaio e filoisraeliano che va oltre il governo Meloni, ma anche la libertà dell’informazione e quella dell’insegnamento, e la magistratura nelle sue varie articolazioni istituzionali, da quella ordinaria a quella contabile. L’obiettivo è quello di dar vita a un’azione di governo sganciata per quanto possibile da vincoli di ordine costituzionale e normativo in genere che sappia sgretolare ogni opposizione reale per realizzare il sogno proibito delle classi dominanti italiane: accentuare ulteriormente l’asservimento del Paese agli Stati Uniti, schiantare definitivamente ogni pretesa del lavoro subordinato a una parte maggiore della torta che si rimpicciolisce, assecondare le spinte per il riarmo e contro la tutela ambientale che provengono direttamente dalla finanza internazionale, annichilire i diritti, sia civili che sociali, mantenere le masse in stato subalterno e catatonico, demolendo ogni spirito critico e ogni aspirazione all’alternativa. La giornata del 28 novembre, lo sciopero generale che è in preparazione e riguarda tutte le questioni oggi in ballo e la manifestazione nazionale che si terrà il 29 novembre a Roma assumono importanza decisiva per porre fine al declino del popolo italiano e la sua definitiva trasformazione in una massa amorfa di spettatori passivi della demolizione della propria dignità che va di pari passo con l’aspirazione al necessario cambiamento.
Author: Fabio Marcelli
Published at: 2025-11-10 06:38:51
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