Da segnalare autentiche rarità come la šelinka (minestrone di sedano, patate e fagioli con l’osso del prosciutto, di origine slovena), la “supeta”, uno spezzatino di gallina qui preparato in tre consistenze, con i tagliolini alla farina di vinaccia di ribolla, le palacinke e il vasto campionario di dolci, che fanno storia a sé: dalla tradizionale gibanica slovena (con mele, ricotta, semi di papavero) al Tirime Su – Coppa Vetturino fino al kraško pecivo, dolce tipico carsico con uvetta e noci. Analoga considerazione – anche per la temperatura – per lo “snidjeno testo” (gnocchi di pasta lievitata) al pestat di Fagagna (un impasto di lardo in cui sono conservate tritate carote, sedano, cipolla, oltre a salvia, rosmarino, aglio e prezzemolo, insaccato in un budello naturale e fatto stagionare) con crema di cipolle: sulla carta una ricetta golosissima e rappresentativa che tuttavia manca di incisività, con gli gnocchi che cedono in sofficità e vincono invece in secchezza. Se infatti accade sovente che sui dolci, in trattoria, la cucina arrivi con il fiato un po’ corto, ripiegando su banalità nazional-popolari e prive di collegamento con il resto dei piatti, qui invece si trova la firma del Devetak di cui si è tanto letto e sulla quale si sono riversate alte aspettative: di ottima fattura sia il kraško pecivo servito (qui correttamente – sic – ) tiepido con un gelato alla cannella di bella persistenza al palato, sia il mattoncino al cioccolato e mele con confettura (di produzione propria), che vede un accostamento classico presentato con intelligenza, dimostrando un buon equilibrio tra golosità, freschezza e raffinatezza.
Author: Caterina Vianello
Published at: 2025-11-25 15:50:26
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