Il conflitto in poche parole sorride a Mosca, che accelera le manovre militari, fomenta nazioni che non sono in guerra, e rallenta di conseguenza il secondo ciclo di negoziati (dopo il mezzo flop di Istanbul) facendo leva sull'abilità dialettica di Lavrov e Peskov. Il capo della diplomazia di Mosca è poi tornato a porre come condizione la destituzione di Zelensky, chiamando il suo governo «junta», termine che in russo indica i regimi dittatoriali del Sudamerica. Nonostante lo scetticismo di Lavrov, il Vaticano, per voce dei cardinali Parolin e Zuppi, ribadisce la volontà di essere sede ospitante, anche se al momento non sono arrivati segnali di apertura su un possibile incontro a giugno.
Author: redazione@ilgiornale-web.it (Luigi Guelpa)
Published at: 2025-05-24 03:00:02
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