Ma oggi non si tratta di un adeguamento semantico dei Promessi Sposi a beneficio delle persone colte ma di rendere comprensivo un linguaggio che ha a che fare con un settore della vita dei cittadini (la salute) ai quali l’assenza di chiarezza e disponibilità comunicativa porta solo danno e non certo giovamento. Mi sposto di un piano e pongo la stessa domanda ad un medico che ovviamente, e senza tentennamenti, mi risponde “Spetta al CUP”, in quanto noi siamo medici e non amministrativi; un tipico caso di non univocità burocratico-comportamentale rispetto ad una stessa istanza da parte di due uffici della stessa struttura di servizio, come se le stesse regole mutassero a seconda delle porte in cui ci si infila. E allora gli inciampi in cui si imbatte la comunicazione, ahimè nei luoghi di cura che dovrebbero essere sacri, non credo siano totalmente addebitabili agli “inglesismi”, diventati un mantra in occasione della pandemia (termoscanner, lockdown, smart working, etc), ma a qualcosa che ha a che fare col “gattopardismo” di un potere in cui anche gli inglesismi fotografano la strategia del cambiamento apparente: “Se vogliamo che tutto rimanga com’è, bisogna che tutto cambi”.
Author: Sostenitore
Published at: 2025-07-30 10:26:52
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