C’è un filo che lega le piazze contro la politica e certe controverse nomine: l’abuso di potere

C’è un filo che lega le piazze contro la politica e certe controverse nomine: l’abuso di potere


Che sia un leader politico che normalizza l’assassinio come strumento di risoluzione dei conflitti, che sia un ministro (un altro, ma della stessa tipologia) che ammette: “con la mafia si deve convivere”: la tentazione di rassegnarsi all’ordine del più forte è antica e dovremmo aver compreso una volta per tutte che produce soltanto orrore. In Piemonte capita che la destra a trazione meloniana nel giro di pochi mesi, per due volte e con sfacciata spudoratezza, abbia abusato del proprio potere imponendo a capo di organismi di garanzia, che come tali devono rappresentare un bilanciamento del potere che un certo pezzo di amministrazione pubblica esercita su soggetti più vulnerabili, persone platealmente vicine a chi quel potere gestisce (pro-tempore!). In questo momento storico è del tutto evidente che siamo andati oltre queste due opzioni vista la crescente simpatia con la quale si guarda all’abuso di potere come modalità efficace di risoluzione della complessità sociale: l’abolizione del reato di abuso d’ufficio, l’annacquamento del reato di traffico di influenze, la liberalizzazione degli affidamenti diretti nella spesa pubblica (il 98% della spesa degli Enti Locali ormai va per affidamento diretto senza gara, ci ricorda l’ANAC), la irresponsabile catena nei sub-appalti, l’occupazione sistematica del servizio pubblico radio televisivo italiano, la mortificazione della indipendenza della magistratura, il “bavaglio” legale a parlamentari scomodi in Commissione Antimafia, la criminalizzazione del dissenso…

Author: Davide Mattiello


Published at: 2025-10-05 06:01:41

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