In aggiunta, gli investitori temono che la mano dura con cui il presidente statunitense ha deciso di colpire il Canada (tariffa al 35%), uno dei principali partner commerciali, andrà ad alimentare non poco le pressioni al rialzo sull'inflazione statunitense e rendere alquanto difficile il compito nei prossimi mesi della Federal Reserve che contestualmente vede materializzarsi i primi segnali di cedimento del mercato del lavoro a stelle e strisce. A luglio la crescita degli occupati ha deluso notevolmente le attese attestandosi a 73mila nuove buste paga rispetto alle 104mila previste, ma a preoccupare gli investitori è stata la più grande revisione netta al ribasso degli ultimi cinque anni - ben 258mila unità in meno a maggio e giugno - che getta una luce completamente diversa sulla salute dell'economia statunitense a seguito degli annunci del Liberation Day del 2 aprile. C'è chi parla apertamente di report "spartiacque" per le sorti del mercato del lavoro che non fa presagire nulla di buono per il futuro nonostante il tasso di disoccupazione rimanga nei pressi dei minimi storici (4,2% a luglio).
Author: redazione@ilgiornale-web.it (Titta Ferraro)
Published at: 2025-08-02 03:00:03
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