Basti pensare che a febbraio, quando i tassi erano a livello ben più alti (2,75%), dispensava consigli di «non affrettare ulteriori tagli dei tassi» spingendo per una pausa nel meeting di marzo (di contro la Bce decise un nuovo taglio) e allo stesso tempo bollando come «rischioso» basare le decisioni di politica monetaria su stime incerte di neutralità. Lagarde d'altro canto ha esplicitato che si è prossimi alla fine del ciclo di espansione monetaria e allo stato all'interno dell'Eurotower la maggioranza dei membri sarebbe propensa per lasciare i tassi al 2% nel prossimo meeting (24 luglio) e forse anche in quello di settembre. «Il quadro diventerà più chiaro dopo la riunione del 24 luglio, che, salvo imprevisti, si prospetta interlocutoria», argomenta invece Antonio Cesarano, chief global strategist di Intermonte, che ritiene ancora plausibili dei tassi all'1,50%, ossia altri due tagli, soprattutto nel caso in cui l'euro si mantenga a livelli elevati nei prossimi mesi.
Author: redazione@ilgiornale-web.it (Titta Ferraro)
Published at: 2025-06-09 05:12:17
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