L'indiscrezione di uno degli inquirenti che sta lavorando all'indagine sull'attentato di Pomezia del 16 ottobre scorso a Sigfrido Ranucci spazza via le illazioni sul "mandante politico" - a cui neanche il conduttore di Report ha mai realmente creduto - e respinge al mittente le accuse (neanche troppo velate) di chi a sinistra insiste ad accostare il governo con questa spaventosa intimidazione. Anziché smentire la delirante ipotesi del mandante "politico" come ha fatto in chiaro sin dal primo giorno, Ranucci ha preferito andare in "secretata" - alimentando così le illazioni - per rispondere al senatore M5s ed ex pm Roberto Scarpinato, che accostava la bomba ai presunti pedinamenti dai servizi segreti subiti da Ranucci dopo due puntate di Report (una sulle stragi e una sul padre di Giorgia Meloni). Sono a buon punto le analisi delle immagini delle oltre trenta telecamere di sicurezza per ricostruire il percorso della Panda scura o nera, il veicolo con a bordo l'uomo incappucciato - probabilmente un uomo dell'Est Europa con una buona perizia sull'uso degli esplosivi - che lo scorso 16 ottobre avrebbe collocato la bomba carta potenziata davanti al cancello di casa Ranucci a Campo Ascolano, tra la Ford Ka della figlia e la sua Opel Adam.
Author: redazione@ilgiornale-web.it (Felice Manti)
Published at: 2025-11-13 04:00:03
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