Per più della metà è composto di citazioni, di testi tratti da materiale vario, bollettini, dispacci, discorsi ufficiali, chiacchere udite al caffè, articoli di giornali del periodo bellico, costruendo un puzzle che desse il quadro dell'assurdità degli avvenimenti, della retorica costruitagli attorno, delle falsità e esaltazione che li accompagnò, con l'aggiunta di interventi commenti, monologhi che sottolineassero quella realtà, che segnò la dissoluzione dell'Impero Austro-Ungarico e più in generale la tragedia dell'umanità che si decompone, che per la sua umanità. E' lo storico Alessandro Barbero che recentemente ha fatto notare come l'atteggiamento verso il riarmo e i titoli dei giornali alla viglia del 1915 siano eguali a quelli che ascoltiamo oggi e le Edizioni straordinarie gridate da Kraus, quell'essere per la pace ''ma non a ogni costo'' con quel che ne consegue, paiono venire a confermarcelo e quindi a farci capire come questo spettacolo ci parli purtroppo direttamente e la sarabanda scatenata con cui Latella lo fa finire, la danza diabolica di Valpurga sulle rovine dell'impero austrungarico al ritmo dell'inno nazionale Deutschland uber alles, appare più inquietante che liberatoria. Uno spettacolo denuncia sempre valido, come lo era del resto nelle intenzioni dell'autore, visto che la storia non è mai stata maestra di vita, ridotto a sei attori, sei voci che sono la rappresentazione corale di quel febbrile infervorarsi patriottico per la guerra, della stupidità umana che pare compiacersi e correre incosciente incontro alla propria rovina grazie a chi specula sulla bestialità della gente.
Published at: 2025-06-07 17:55:54
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