Ascesa e declino di Elon Musk

Ascesa e declino di Elon Musk


Nelle prossime settimane potremo misurare il livello di caos causato dai dazi di Trump sull’economia statunitense e mondiale e di conseguenza l’impatto in termini di consenso interno (per farsi un’idea sulla notizia e sui suoi possibili sviluppi consiglio di ascoltare Alessandro Lubello nella puntata del Mondo di venerdì, di guardare questo video di Le Monde che spiega come funzionano i dazi e quest’altro di Arte che parla dell’impatto su noi europei). La Florida e il Wisconsin si aggiungono alla lista delle cose fatte da Musk che hanno alimentato un po’ alla volta il fastidio dei repubblicani per il suo ruolo e il suo peso: prima di Natale ha fatto saltare l’accordo sulla spesa che il presidente della camera Mike Johnson aveva raggiunto con i democratici, mettendo in una posizione complicata i repubblicani del congresso; qualche settimana dopo, quando Trump ha annunciato il lancio di un programma da 500 miliardi di dollari nel campo dell’intelligenza artificiale che comprendeva anche OpenAI di Sam Altman, Musk è intervenuto per scagliarsi contro Altman, suo rivale di vecchia data della Silicon valley, di fatto sminuendo l’annuncio del presidente; poi il fondatore della Tesla è intervenuto nel podcast di Joe Rogan definendo la previdenza sociale “il più grande schema Ponzi di tutti i tempi”, un commento che si è scontrato con la promessa di Trump di non tagliare mai i sussidi; e ieri Musk ha apertamente criticato la strategia di Trump sui dazi, prima prendendo di mira il principale consigliere del presidente sul commercio, poi dicendo che c’è bisogno di più libero mercato (il crollo del mercato azionario causato dall’annuncio di Trump sui dazi è costato a Musk quasi 18 miliardi di dollari solo per le sue azioni Tesla). Il presidente potrebbe vedere di buon occhio il passo indietro di Musk, anche perché non gli è mai piaciuto condividere i riflettori e deve essere stato molto infastidito dal fatto che si parlasse di Musk come del “presidente ombra”, ma di certo non ha interesse a mettersi contro l’uomo più ricco del mondo, che è proprietario di uno dei social più influenti nel dibattito pubblico e si è guadagnato il potere di condizionare la macchina elettorale del Partito repubblicano.

Author: Internazionale


Published at: 2025-04-07 10:54:32

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