Studenti che vengono arrestati nei campus perché coinvolti in proteste, fondi che vengono sottratti alle principali università e centri di ricerca in base a pretesti, un clima di intimidazione nei confronti degli organi accademici, la paura per i molti ricercatori stranieri che lavorano negli Usa di poter essere in futuro espulsi o di non poter rientrare dopo un viaggio all’estero, sono tutti aspetti che incredibilmente sono diventati rapidamente parte integrante dello scenario universitario americano. Alla domanda “Come ricercatore operante negli Usa stai prendendo in considerazione la possibilità di lasciare il paese a seguito degli ostacoli opposti alla ricerca scientifica dalla presidenza Trump?” ha risposto affermativamente il 75 per cento dei 1.650 scienziati interpellati, con un vero e proprio plebiscito tra le componenti potenzialmente più ricattabili, cioè i ricercatori all’inizio della carriera (548 su 690 tra i post-doc e 255 tra i 340 studenti di dottorato rispondenti). E dove non arrivano le università o i centri di ricerca privati, si muovono gli stati: per esempio, la città-stato di Berlino, la Catalogna, la Spagna, i Paesi Bassi, stanno tutte contemplando l’attivazione di programmi per attrare scienziati americani in fuga in campi considerati di interesse strategico.
Author: Eleonora Trentini
Published at: 2025-04-08 08:00:00
Still want to read the full version? Full article