Il buon Padre pareva, ancor più del consueto, sollecito e premuroso nei confronti di quel vecchio fratello, entrato nella religione dei monaci camaldolesi a una età in cui spesso gli uomini, anziché avviarsi sui floridi sentieri della vera penitenza, si attardano ancora a involversi nei diletti della carne: il maturo vigore e la corporatura da guerriero l’avevano destinato ai lavori più umili, e la benevola accettazione con cui si impegnava in questo compito gli avevano guadagnato, assieme al rispetto di tutti, il nomignolo di Frate Umiltà, né con altro nome conosciuto era, presso i monaci di Santa Maria. In un tempo in cui alla umana sapienza veniva assegnato, dagli stessi uomini di Chiesa, un soverchio valore, egli candidamente mostrava, direbbesi quasi vantandola, la sua ignoranza di lettere, come colui che non sapeva scrivere neppure il proprio nome, cosa che gli aveva impedito di ricevere gli ordini religiosi. – Da queste carte risulta che il Cavaliere Pierre de Saint-Jacques, durante gli interrogatori subiti a Parigi dagli scherani di Re Filippo di Francia, ammise qualcosa sotto tortura, ma la testimonianza fu passata a verbale, senza che gli inquisitori vi dessero soverchia importanza: forse la scambiarono per il delirio di un uomo ormai impazzito, o per un astuto diversivo.
Author: Alberto Costantini
Published at: 2025-06-28 22:00:00
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