L'Avvocatura generale dello Stato ha impugnato in tempi rapidissimi la sentenza del tribunale civile di Roma che ha deciso un risarcimento di 82.000 euro in capo alla Repubblica federale tedesca, ai figli di Dino Pozzato, internato in campi di concentramento in Germania e Austria tra il settembre 1943 e il giugno 1945, riconoscendo i crimini di guerra subiti. L'Avvocatura contesta la sentenza di primo grado su più punti, a partire dalla qualità di eredi dei due figli, e poi la prescrizione, fino a sostenere che la condotta tenuta dai militari del Terzo Reich nei confronti di Pozzato non costituisce crimine di guerra o contro l'umanità. Per l'atto di appello, tra l'altro, non può desumersi che lo status di "prigioniero di guerra" comporti di per sé solo la sottoposizione del militare internato a trattamenti integranti crimini di guerra, né tale automatismo comporta un "fatto notorio".
Published at: 2025-11-30 13:59:00
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